MESSAGGIO DEL FRATELLO ANIMATORE GENERALE
Roma, 9 novembre 2022
“È da più di trent’anni, cari Fratelli che, nella Divina Provvidenza,
abbiamo trovato i mezzi necessari per costruire la nostra cara Congregazione”.
(Fratel Gabriel Taborin, Circolare del 1852)
Cari Fratelli, membri delle Fraternità Nazarene, Aspiranti Fratelli, Comunità educative, Comunità cristiane, Catechisti e amici della Famiglia Sa-Fa:
Nelle nostre Comunità, Opere educative e Case di formazione, il mese di novembre è considerato il mese del Ven. Fratel Gabriele. Il suo nome e la sua immagine sono presenti in vari luoghi e in molte attività. Possiamo dire che è un mese dal sapore familiare e di festa. È un momento che favorisce un sentimento di gratitudine verso Fratel Gabriele e di adesione al suo progetto che è ancora vivo.
Come Famiglia Sa-Fa, stiamo attualizzando il carisma di Fratel Gabriele nelle culture in cui siamo presenti. Questo carisma convoca tutti, ognuno a partire dalla sua vocazione specifica, per dare risposte di Vangelo alle esigenze e alle sfide del nostro tempo.
Un uomo di progetti
Fratel Gabriele ha mostrato fin da giovane un grande desiderio di fare qualcosa per gli altri, di rispondere alla situazione della società e della Chiesa del suo tempo. Con pochi mezzi a disposizione, ha cercato di aprire nuove strade. Così, nel novembre 1817, diede inizio ad una scuola all’interno della sua casa di origine dove svolse la funzione di maestro. Nel 1821 aprì un pensionato per il periodo invernale con dodici convittori. Oltre all’attività educativa, animò il canto, si occupò della sacrestia e fu catechista nella parrocchia di Belleydoux, vivendo così l’esperienza fondante di quello che sarebbe diventato il suo progetto di vita.
All’inizio del suo cammino vocazionale, emerge un progetto ben articolato, con mezzi molto modesti e familiari, che sarà poi la base del suo grande progetto per la Congregazione. Lui stesso, nella sua autobiografia, racconta il sogno iniziale di far diventare il seme di senape un grande albero. Ascoltiamo le sue parole: “Fin dall’adolescenza ho capito quanto utile e quali grandi servizi avrebbe potuto rendere una Società religiosa di Fratelli che avesse allo stesso tempo lo scopo di istruire la gioventù, prendersi cura della chiesa e cantare le lodi di Dio. L’ho cerca senza successo e non sono riuscito a trovarne una di questo genere in Francia. Quindi, ho deciso di cercare qualcuno, ispirato da Dio, per creare un’opera del genere… Non so come arrivai fino a Mons. de Chamon, Vescovo di Saint-Claude; ma quando questo degno prelato mi incontrò e gli comunicai la mia intenzione…volle che rimanessi presso di lui. Mi disse con un tono ispirato: “Sarà lei stesso a creare quest’opera, Dio la chiama a farlo; comincerà qui”. (Questo avveniva nel 1824) Quale fu il mio stupore in quel momento! MI giustificai adducendo la mia incapacità, la mia poca esperienza… “Inizi questa opera. È Dio che l’ha ispirata e Lui le darà quanto lei pensa che le manchi”, rispose questo degno e venerato Vescovo, la cui memoria sarà sempre tenuta in grande considerazione…” (Rassegna storica).
Conosciamo i suoi vari tentativi e i suoi fallimenti, ma la fondazione della Congregazione fu il grande progetto della sua vita. Non lo preoccupò il fatto di essere lasciato solo, come pure il correre dei rischi o la carenza sia di formazione come di mezzi finanziari e neppure l’affrontare situazioni di sofferenza o di difficoltà. La sua fede lo sostenne in ogni momento e così nella Circolare n. 8 del 1852 scrisse ai Confratelli: “È nella Divina Provvidenza, cari Fratelli, che da più di trent’anni, ho trovato i maezzi necessari per costruire la nostra amata Congregazione”.
Il progetto di fondazione ha comportato una serie di passaggi che, sebbene parziali, all’interno del progetto generale, non sono stati secondari. Come nel caso della costruzione della Casa Madre, alla quale dedicò tanti sforzi, come pure la stesura della Regola nelle sue diverse versioni, oppure l’approvazione dell’Istituto e delle Costituzioni per cui si recò a Roma in due occasioni. Inoltre, la formazione quotidiana dei Fratelli, l’apertura delle Comunità e delle Scuole, che comportarono viaggi interminabili, o il suo sogno di avere una casa di ritiro che realizzò a Tamié e che gli causò tante preoccupazioni. Vediamo fratel Gabriele come un sognatore, ma allo stesso tempo come un uomo impegnato, un lavoratore e uno che si batte per la causa. Oggi vediamo la sua opera realizzata e diffusa in molti Paesi, e se possiamo dire che “È più opera di Dio che mia“, come lui stesso affermava, riconosciamo che il Signore ha visto la disponibilità e la generosità di fratel Gabriele che si è caricato della croce.
Chiamata a nuovi progetti
Il nostro Istituto e la Famiglia Sa-Fa stanno attraversando un processo di riorganizzazione e rivitalizzazione. Negli ultimi mesi abbiamo reso noto i criteri che dovrebbero rivitalizzare la vita dei Fratelli, la vita dei Laici Sa-Fa e la missione che svolgiamo. È un progetto aperto a nuove iniziative, un progetto in divenire con diverse tappe, un progetto dinamico da sviluppare interpretando la realtà che ognuno di noi vive ed è un progetto inclusivo a cui siamo tutti invitati. Vi offro questa bella immagine di Fratel Gabriel, che viene dal Brasile. Lo si vede in cammino sul carretto carico di progetti da realizzare o con i problemi quotidiani. Questa immagine evoca il dinamismo entusiasta e che ha coinvolto Fratel Gabriele e di cui abbiamo bisogno anche oggi.
Nella Lettera di presentazione del Progetto di riorganizzazione e rivitalizzazione che abbiamo inviato a tutta la Famiglia Sa-Fa, sottolineiamo l’importanza del coinvolgimento personale e collettivo per far crescere ciò che abbiamo ricevuto: “Siamo consapevoli dei grandi cambiamenti che il mondo, la Chiesa e la Famiglia Sa-Fa stanno vivendo. Non possiamo rimanere paralizzati o pensare solo a mantenere la situazione ereditata. Dobbiamo essere creativi e innovativi e sognare nuove realtà che rispondano alle esigenze e alla sensibilità odierna in continuità con l’identità e il carisma che abbiamo ricevuto“.
Pensiamo a cosa farebbe Fratel Gabriele nelle situazioni in cui viviamo, come sarebbe coinvolto, quali risposte darebbe, quali mezzi metterebbe in azione. La riposta a queste domande costituisce un discernimento che possiamo fare assieme. I semi del carisma che ci ha lasciato possono cadere sul terreno che ognuno di noi calpesta e portare frutto in esso. L’arrivo di nuovi frutti dipenderà da noi se sapremo aggiornare i valori carismatici, fare nuovi progetti, entusiasmarci e camminare insieme.
In questo mese di novembre, non si tratta solo di mostrare la nostra ammirazione o il nostro affetto per il Venerabile Fratel Gabriele, ma soprattutto imitare la sua fede e il suo atteggiamento evangelico. Questo cammino ci impegna a partecipare ai progetti e ai processi già avviati per rendere possibili nuove realtà che rispondano alle sfide e alle esigenze attuali. Ma non è sufficiente un buon atteggiamento personale. Siamo invitati a vivere la sinodalità che implica una protagonismo collettivo, a camminare insieme e a vivere questo processo di rivitalizzazione in quanto Famiglia Sa-Fa. Come Fratel Gabriele nel suo tempo, oggi dobbiamo dedicare i nostri sforzi per costruire la Famiglia Sa-Fa affinché sia capace di offrire nuove proposte e sognare nuove realtà.
Che la celebrazione della festa del Venerabile Fratel Gabriele di quest’anno ci porti a vivere un attaccamento più forte nei confronti della Famiglia Sa-Fa e del suo processo di rivitalizzazione in corso.
Ringraziamo Dio per il Venerabile Frate Gabriele e per la vocazione di ogni Fratello e Laico Sa-Fa, dono di Dio per la società e per la Chiesa. Buona Festa!
Fr. Francisco Javier Hernando de Frutos AG