LO SPIRITO DI FAMIGLIA CON CHIARA LUBICH
Perché una spiritualità si mantenga viva, è importante sapere stabilire connessioni con altre spiritualità che, per un motivo o per un altro, le sono simili.
Così lo fecero i nostri predecessori vedendo la relazione esistente tra il cammino dell’“infanzia spirituale” proposto da Santa Teresa di Lisieux. Così l’abbiamo fatto recentemente sottolineando la sintonia con il “fratello universale” Charles de Foucauld, in occasione della sua beatificazione.
Il decesso di Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolarini, ci offre l’occasione per raccogliere alcune delle sue intuizioni spirituali molto vicine alla nostra spiritualità.
L’avventura spirituale di Chiara inizia a Loreto nel 1939. Ella stessa nelle sue note descrive così la sua esperienza: “Fui invitata ad un congresso di studenti cattolici a Loreto. Secondo la tradizione, lì si conserva, in una grande chiesa-fortezza, la piccola casa della santa famiglia di Nazaret… Assisto alle conferenze come tutte le mie compagne in una scuola, ma non appena posso corro lì. Mi inginocchio di fianco alla parete annerita dal fumo delle candele. Qualcosa di nuovo e divino mi circonda, quasi mi toglie il respiro. Con il pensiero contemplo la vita verginale dei suoi tre abitanti. Dico: Maria dovette abitare qui. Giuseppe dovette lavorare qui a fianco. Il bambino Gesù dovette conoscere questi posti durante lunghi anni. Queste pareti hanno udito la sua voce infantile… ognuno di questi pensieri mi opprime, il cuore si commuove e mi sgorgano le lacrime senza cessare. Ad ogni pausa del congresso corro lì. L’ultimo giorno la chiesa si riempie di giovani. Ed un pensiero passa chiaramente nel mio spirito, e non si cancellerà più: un giorno una moltitudine di vergini ti seguirà”.
La vita ed il progetto di Chiara passano progressivamente momenti esaltanti ed anche difficili: lo sviluppo del movimento, il suo riconoscimento da parte della Chiesa, la sua apertura ecumenica ed interreligiosa… Sempre con il desiderio e la passione di costruire l’unità intorno a Gesù.
Ed infine nel suo testamento spirituale intitolato “Siate una famiglia”, nell’ultimo paragrafo, Chiara scrive: “Lo spirito di famiglia è pieno di umiltà, di desiderio di bene per gli altri; non s’inorgoglisce. In sintesi, è la carità vera e completa. Riassumendo, quando mi dovrò congedarmi da voi, lascerò a Gesù che vi dica attraverso di me: Amatevi gli uni gli altri… affinché tutti siano uno.”
Espressioni piene di risonanze evangeliche, ma anche, senza nessun dubbio per i seguaci di fratel Gabriele Taborin, con risonanza delle sue espressioni sullo spirito di famiglia.
Hno. Teodoro Berzal
Belley, maggio di 2008